mercoledì 5 giugno 2013

Il petrolio e la Royal Navy



«La Royal Navy sta convertendo le navi dal
carbone al petrolio.»
Walter annuì. La maggior parte delle nazioni
progredite faceva lo stesso. Il petrolio era meno
costoso, più pulito e più facile da gestire; bastava
pomparlo nei serbatoi, anziché ricorrere a eserciti
di fuochisti neri di fuliggine.
(da "La caduta dei Giganti" - pag 152)



La Royal Navy:
è la marina militare delle forze armate britanniche che dal 1692 fino alla Seconda Guerra Mondiale è stata detentrice della più potente flotta al mondo e ancora oggi è la seconda in termini di tonnellaggio e una fra le più tecnologicamente avanzate.

Perché ebbe un ruolo fondamentale nello svolgimento del primo conflitto mondiale?
Durante la guerra, dal 1914 fino alla decisione di intervento degli Stati Uniti a favore degli alleati nel 1917, i combattimenti fra la marina militare inglese e quella tedesca furono brutali. Infatti la Germania, con i suoi sottomarini U-boot, attaccava indiscriminatamente navi militari, ma anche commerciali, inglesi e americane. Fu anche questo fatto che fece crescere nella popolazione USA, allora governata dal presidente Woodrow Wilson e inizialmente restia all’ingresso in guerra, la volontà di intervenire nel conflitto.

Si evince dalla storia come la scelta della Royal Navy di dotare la propria flotta di moderni motori a nafta fu vincente.
I tedeschi invece utilizarono per le navi ancora il carbone muovendosi quindi con maggiore lentezza e autonomia in quanto, come abbiamo già visto, potevano contare soltanto su rifornimenti in patria.
Questo ammodernamento diede alle navi inglesi grandi vantaggi in termini di velocità di spostamento, efficienza e affidabilità.
Infatti se fino ai primi anni del 900 l’adozione sulle navi di motori esotermici (a vapore) era legata al fatto che questi tipi di motori erano gli unici capaci di fornire le potenze necessarie, dotati di una ipotetica capacità di utilizzare qualsiasi tipo di combustibile e dotati di grande affidabilità, si è arrivati poi a sviluppare moderni motori endotermici che, con il progredire delle tecnologie, offrivano le stesse potenze dei vecchi motori a vapore prima in volumi comparabili ai precedenti e successivamente inferiori e con minor peso.
Un altro elemento di svolta della Prima Guerra Mondiale si vide con gli Stati Uniti che adottarono per la prima volta il carrarmato a benzina.
Per questi motivi spesso si identifica la Prima Guerra Mondiale anche come la “vittoria del petrolio sul carbone”.

La grande forza della Royal Navy e la certezza del flusso di approvigionamenti petroliferi era derivante dalla presenza militare inglese in medio oriente, il Regno Unito infatti poteva contare sui pozzi petroliferi del provveditorato britannico del Kuwait.
Questi territori erano controllati non solo dall’Inghilterra ma anche dalla Russia ed infatti non fu certo un caso che i due paesi si allearono per controllare militarmente questi paesi, strategici come riserva di carburante, in quanto una guerra reciproca in questi territori avrebbe sicuramente minato di conseguenza anche tutti gli altri fronti di guerra europei.
I tedeschi all’inizio della guerra capirono immediatamente l’importanza di queste risorse per i due paesi e cercarono di interrompere le linee di rifornimento.
Gli imponenti impianti russi di Baku (oggi capitale dell’Azerbaigian), già in crisi produttiva, furono il primo obiettivo da distruggere per le armate tedesche: questo fu possibile grazie anche al blocco navale sullo stretto di Dardanelli.
Le truppe turche invece, alleate della Germania, cercarono di attaccare in vari momenti gli impianti petroliferi delle truppe inglesi ma senza ottenere mai alcun successo.


Fonti:
<http://www.saturatore.it/Macchine%20Marine/Macchine%20Marine%20AN.pdf> (consultato 05/06/2013)
<http://it.wikipedia.org/wiki/Royal_Navy> (consultato 05/06/2013)
<http://www.liceoberchet.it/ricerche/geo4d_03/Medio_Oriente/breve%20storia_2lev.htm> (consultato 05/06/2013)

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