domenica 14 aprile 2013

Il Carbone e la Guerra


L’energia e il possesso delle materie prime nell’ambito della guerra ha sempre avuto un ruolo fondamentale. In ogni epoca infatti le grandi potenze militari hanno sempre cercato di arraffare il più possibile queste fonti di sostentamento. Gli antichi romani per esempio necessitavano di moltissimi materiali da costruzione (pietre e malte), metalli (avevano miniere di piombo e rame in Spagna ma anche miniere di ferro) e moltissimo legname.
Il medioevo utilizza come principale fonte di energia il legname ma vede per la prima volta, a partire dal 1300 circa, la sostituzione con il carbone. Incomincia ad impiegare massicciamente anche l’energia del vento e l’energia dell’acqua per la navigazione, per la costrizione di mulini ed altri tipi di macchine come anche un grande sviluppo della metallurgia (collegamento al blog di Andrea Famà).
Arrivando poi più vicini ai giorni nostri hanno fatto da padroni assoluti sicuramente il carbone ed il petrolio insieme al possesso dei metalli.
Si è capito quindi che energia e materiali sono talmente importanti nell’economia della guerra che in moltissimi casi nella storia si sono viste scatenare guerre proprio per la corsa al possesso dell’energia e dei materiali.
Le guerre delle materie prime”  Giorgio Nebbia
Le nuove guerre del petrolio” Michael T.Klare su “Internazionale”

Ma in particolare perché l’energia per la guerra è così importante?
Fondamentalmente gioca un triplice ruolo:
  • La costruzione dei mezzi: navi, aerei, mezzi di trasporto terrestri, infrastrutture di supporto;
  • La costruzione delle armi: Armamenti per i soldati, macchine da combattimento e assedio (nel medioevo), cannoni, armi da fuoco, proiettili, bombe, armi chimiche, armi nucleari…;
  • La ricostruzione di ciò che è andato distrutto durante la guerra: dallo scoppio della Prima Guerra Mondiale in poi si può parlare di “guerra globale” ossia che coinvolgeva non solo gli eserciti ma anche le popolazioni ed intere economie di paesi.


L’obiettivo di questo post però e andare a vedere qual’era il ruolo che nelle guerre ha avuto l’impiego del carbone.
Il problema principale dell’utilizzo del carbone, a parte quello dell’estrazione sul quale approfondirò una ricerca, era il trasporto. È infatti molto pesante e gli unici modo per poterlo trasportare erano sull’acqua (via mare o via fiume) o grazie alle ferrovie che originariamente , all’inizio del diciannovesimo secolo, si erano sviluppate proprio per questa ragione. Trasportarlo però per terra su lunghe distanze era complesso perché agli albori i treni non erano così affidabili e venivano utilizzati principalmente per trasportare il carbone ai punti di carico di navi particolari chiamate “carboniere”. Il costo del trasporto però era molto incidente sul prezzo del carbone ed è per questo che le nazioni in cui l’utilizzo del carbon fossile era più spinto erano proprio quelle nazioni che ne possedevano grandi giacimenti.
La produzione di carbone inglese
Prima su tutti l’Inghilterra, che ne possedeva una quantità tale da poterlo esportare. Più carbone estratto per l’Inghilterra significava avere più industrie e quindi più acciaio: Questa è stato il fondamento della costruzione dell’Impero Britannico. Solo successivamente grazie al carbone dell’Inghilterra, ma poi anche con quello tedesco, il massiccio sviluppo industriale si diffuse in tutta l’Europa.

Mi sono interessato nella ricerca in modo particolare alle vicende dell’approvvigionamento carbonifero Italiano.
Fino alla conclusione del primo conflitto mondiale il carbone italiano era quasi completamente di origine britannica che, grazie a questa connessione con l’Italia, aveva un punto d’appoggio privilegiato per le sue mire espansionistiche verso il nord Africa.
Alla fine della guerra però l’economia italiana si trovava sull’orlo del baratro e questo indusse all’importazione anche di carbone tedesco perché la Gran Bretagna non poteva più esportarlo in modo così massiccio. Comunque si è visto poi che anche la fornitura tedesca non è stata sufficiente per risanare l’economia Italiana che non si è mai veramente ristabilita fra la prima e la seconda guerra mondiale.
L'importazione italiana di carbone
(Si può notare l'interruzione delle forniture inglesi
 in coincidenza con la missione etiope)
Il partito fascista di mussolini arrivò a prendere al potere nel 1922, anche sfruttando proprio il malcontento che la crisi economica aveva generato, ma fece il colossale errore di non valutare la reale necessità energetica italiana: per costruire un forte impero l’energia era necessaria.
Poi nel 1935 l’Italia si lanciò nella missione Etiope. Questa fu vista come un insulto alla Gran Bretagna che sospese le forniture di carbone.
La reazione del governo fu quella di adottare politiche autarchiche, che costituivano principalmente propaganda, con il tentativo di sviluppare miniere di carbone italiane.
Questo però fu di fatto impossibile perché l’Italia era povera di carbone e le poche miniere della Sardegna coprivano a stento il 10% del fabbisogno energetico del paese.

Il giornalista italiano Ridolfo Mazzucconi scrisse nel 1940 della reazione inglese all’invasione dell’Etiopia.
In uno stralcio dei suoi articoli si poteva leggere
L'Inghilterra ordinò, con provvedimento repentino, la sospensione dell'inoltro di carbone tedesco a noi diretto via Rotterdam. In compenso, si offrì di sostituire la Germania nelle forniture di carbone: ma il servizio era subordinato a condizioni tali che accettarli sarebbe stato aggiogarsi al carro dell'interesse politico britannico e pregiudicare nel modo più grave la nostra preparazione bellica. Il governo fascista rispose con la dovuta bruscheria.”

4 commenti:

  1. Molto utile e preciso! Mi ha dato una grande mano a studiare.

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  2. Allora non sono l'unico a cercare gli appunti per l'esame su internet

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  3. Molto utile per esame di terza media

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  4. (alleviamento della povertà) Salve signore/signora Ti è stato rifiutato in banca perché il tuo credito non soddisfa i loro

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